Andrea Battistoni sul podio dell’Orchestra e del Coro del Regio dirige il capolavoro di Zandonai creato per Torino in un nuovo allestimento di Andrea Bernard
Teatro Regio, venerdì 10 ottobre 2025 ore 19
Anteprima Giovani, giovedì 9 ottobre ore 20
Partner Intesa Sanpaolo
L’inaugurazione della Stagione d’Opera e di Balletto 2025/26 del Regio è venerdì 10 ottobre alle ore 19 con Francesca da Rimini di Riccardo Zandonai: un titolo creato proprio per il Regio nel 1914, che torna oggi in un nuovo allestimento firmato da Andrea Bernard. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Regio sale il Direttore musicale del Teatro Andrea Battistoni, il Coro è istruito dal maestro Ulisse Trabacchin. A dare voce ai protagonisti, un cast di grande prestigio internazionale: Roberto Alagna, Barno Ismatullaeva e George Gagnidze.
Partner della produzione inaugurale è Intesa Sanpaolo, che accompagna il Teatro Regio dal 2011 e rinnova il proprio impegno a fianco della cultura, contribuendo a promuovere l’eccellenza artistica e a valorizzare il patrimonio musicale italiano.
L’Anteprima Giovani dell’opera – dedicata al pubblico under 30 – è giovedì 9 ottobre alle ore 20, seguono la Prima, venerdì 10 ottobre alle ore 19, e cinque recite fino al 23 ottobre.
Stefano Lo Russo: il Regio, riferimento internazionale e Teatro della città
Il Sindaco della Città di Torino e Presidente della Fondazione Teatro Regio Stefano Lo Russo dichiara: «Siamo davvero contenti di dare il via alla nuova Stagione d’Opera e di Balletto 2025/2026 del Regio con Francesca da Rimini, una rappresentazione che andò in scena per la prima volta proprio in questo Teatro, nel 1914. Anche questa Stagione farà del Teatro Regio non solo un riferimento per un’offerta musicale e artistica di livello internazionale ma anche quello di bussola culturale, di spazio in cui la città si riconosce e si interroga su temi profondi e importanti. L’invito rivolto a tutte e tutti è a concedersi il piacere di godere di un programma straordinario reso possibile dai tecnici, dagli artisti e da tutto il personale del Teatro, un’istituzione culturale di primo piano, ma anche un luogo che sa regalare emozioni».
Mathieu Jouvin: il Regio, un’identità fondata su ricerca e visione
«La Stagione 2025/2026, intitolata Rosso, indaga quella “regione cruciale dell’anima” in cui l’essere umano è chiamato a misurarsi con le proprie scelte, sospeso tra passione e conflitto, tra giustizia e violenza. In Francesca da Rimini il rosso diventa colore del tradimento che si compie e del sangue che suggella la colpa. L’opera di Zandonai, potente e preziosa, torna al Regio, teatro della sua prima assoluta, come omaggio a una pagina di raro fascino, profondamente italiana e al tempo stesso aperta al respiro della cultura europea.
Il 1914, anno della prima assoluta di Francesca da Rimini di Zandonai e D’Annunzio, segna la conclusione di un periodo d’oro per il Regio, che aveva visto la presenza assidua di Toscanini, le prime assolute di Puccini (Manon Lescaut e La bohème) e la prima italiana di un’opera di Richard Strauss con Salome, e che si interrompe per l’inizio della Grande Guerra. Zandonai, allievo di Mascagni e compositore colto e cosmopolita nato in una terra di confine, consegna a Torino un’opera profondamente radicata nella storia della cultura italiana ma al contempo proiettata ai linguaggi musicali europei, sia francesi (Debussy, Ravel) sia di area tedesca (Wagner, oltre allo stesso Strauss); che questo tipo di scelta avvenisse alla vigilia di una capitolazione politica continentale è circostanza che rimarca, ancora una volta, il fatto che l’arte tende all’unità, non alle divisioni.
Inaugurare la nuova Stagione con questo titolo significa dunque valorizzare un capolavoro che appartiene alla storia del Teatro, che sa parlare con forza al presente e che è testimonianza viva di un passaggio cruciale della nostra civiltà. Questa scelta conferma l’identità del Regio come teatro d’arte e di pensiero, capace di affrontare il grande repertorio con autorevolezza e, al contempo, di restituire vitalità a opere rare spesso escluse dai cartelloni contemporanei. È un cammino di riscoperta che prosegue idealmente la rotta intrapresa con La Juive e con la trilogia Manon Manon Manon, entrambe premiate con l’Abbiati, e che si colloca all’insegna di una programmazione fondata sulla ricerca e sulla visione, costantemente tesa al dialogo fra tradizione e innovazione, tra le attese del pubblico e il desiderio di aprire nuovi orizzonti.»
Cristiano Sandri: grandi artisti e voglia di scommettere
«Scegliere Francesca da Rimini per inaugurare la Stagione mira a restituire valore e attenzione a un’opera che appartiene alla storia del Regio e che unisce radici italiane e sensibilità europee. È un titolo raro e prezioso, che ritrova oggi nuova attualità e che ben interpreta lo spirito della nostra programmazione. Sono felice del debutto al Regio di Andrea Bernard, regista premiato con l’Abbiati nel 2024, artista di grande intelligenza e preparazione, capace di coniugare rigore drammaturgico e sensibilità poetica: attraverso il suo sguardo, la vicenda di Francesca assume una forza narrativa contemporanea e universale. A sostegno di questa lettura, abbiamo un cast di altissimo livello internazionale: Roberto Alagna, che torna al Regio dopo vent’anni, di cui ricordiamo il Rodolfo ne La bohème inaugurale della Stagione 2004/05 e, a conclusione di quella stessa stagione, il Werther. Accanto a lui, la voce intensa di Barno Ismatullaeva, rivelazione nel 2023 con Madama Butterfly, e George Gagnidze, tra i baritoni drammatici più richiesti. Al loro fianco, cantanti affermati interpretano ruoli cruciali, a completare un cast nutrito e affiatato cui sono richiesti impegno vocale e doti interpretative non indifferenti.. Tra questi ci piace ricordare Devid Cecconi, Silvia Beltrami, Matteo Mezzaro e Valentina Boi, insieme alle voci di un rinnovato Regio Ensemble, a testimonianza di un lavoro che intreccia esperienza, novità e futuro».
Paola Musso, Intesa Sanpaolo condivide identità, sviluppo e attrattività per il Paese
«Intesa Sanpaolo, oggi Socio Fondatore del Teatro Regio, sostiene da molti anni questo teatro che sa unire la migliore tradizione lirica italiana guardando all’Europa. L’opera di apertura della Stagione Francesca da Rimini interpreta bene questo dialogo, in linea con i principi della nostra Banca, identità, sviluppo e attrattività per il Paese» commenta Paola Musso, Executive Director Comunicazione e Immagine Intesa Sanpaolo.
Dante, D’Annunzio, Duse e Zandonai: la genesi di un capolavoro
Opera intensa e liricamente vibrante, Francesca da Rimini è tratta dalla tragedia di Gabriele D’Annunzio, ispirata al celebre episodio dantesco del V Canto dell’Inferno, una delle pagine più celebri della letteratura italiana che continua ancora oggi ad attrarre generazioni di lettori. Racconta l’amore proibito e travolgente tra Paolo e Francesca: un amore che sfida la legge, che si nutre di desiderio e colpa, che si consuma nel rosso della passione e del sangue. Un altro amore segna la nascita moderna di Francesca: quello, ardente e complesso, tra Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio. Per il poeta la “Divina” è la musa che alimenta la tragedia; lei, a sua volta, penetra il personaggio dantesco con un’interpretazione superba. Nel gennaio 1902, pochi mesi dopo il debutto romano al Teatro Costanzi, lo spettacolo approda a Torino: una tappa che testimonia l’apertura del Regio alla prosa, in anni di curiosità e sperimentazione dei linguaggi della scena.
Sono gli anni in cui Arturo Toscanini collabora con l’Orchestra del Regio, il Teatro ospita le prime di Manon Lescaut (1893) e La bohème (1896) di Puccini e, nel 1906, la prima italiana di Salome diretta da Richard Strauss. L’ultima grande prima assoluta del Regio antico è proprio Francesca da Rimini di Zandonai e D’Annunzio, nel 1914 poco prima della chiusura per la Prima guerra mondiale.
Il testo preserva il gusto estetizzante della poesia di D’Annunzio e si traduce in una partitura dal linguaggio armonico avanzato, in cui parola e canto si fondono in un unico flusso espressivo. Gli arcaismi dannunziani trovano il loro corrispettivo musicale nei raffinati “falsi storici” di Zandonai e nell’inserimento di strumenti dal sapore antico, che arricchiscono una scrittura moderna e sofisticata. Sia che ci si avvicini all’opera come oggetto culturale, come estimatori di Dante o di D’Annunzio, o semplicemente mossi dal fascino di una grande storia d’amore, Francesca da Rimini resta un capolavoro tutto da riscoprire.
Andrea Battistoni: un’opera affascinante, pronta a parlare al nostro tempo
Il Direttore musicale Andrea Battistoni affronta per la prima volta questo titolo, che definisce: «un’opera visionaria, sospesa tra raffinatezza orchestrale e dramma interiore, figlia di una stagione fertile e cosmopolita dell’opera italiana. Francesca da Rimini è un capolavoro affascinante, oggi pronto a condurci in un universo musicale unico e inconfondibile. La partitura di Zandonai affida all’orchestra un ruolo di assoluta protagonista, capace di raccontare ciò che la voce non osa dire, con una scrittura strumentale raffinatissima che lo pone accanto a Respighi e Puccini e non solo. Quest’opera, infatti, sospesa fra tradizione italiana e influenze europee – da Wagner a Strauss, da Ravel a Debussy – unisce dolcezza melodica e forza drammatica, preziosità timbriche e sensibilità poetica. È un raro esempio di “literaturoper” italiana, nato dal testo di D’Annunzio, e si impone come un banco di prova irresistibile per la protagonista, eroina tragica che muore per amore. Relegata per troppo tempo ai margini, Francesca merita di essere riscoperta come uno dei punti più alti della nostra tradizione lirica e come opera capace di parlare con forza al pubblico di oggi».
Il regista Andrea Bernard: Francesca è una protagonista forte e consapevole
Nella visione registica di Andrea Bernard, Francesca da Rimini non è la storia di una vittima inerme, ma il ritratto di una donna lucida e consapevole, capace di ribaltare il proprio destino. «Francesca non è la vittima di una società maschilista – spiega il regista – ma una donna forte, che nel suo amore per Paolo riconosce un sogno autentico e insieme la possibilità di affermare sé stessa. Non un amore che la salva, ma che la conduce a una scelta estrema: accettare la morte come atto di resistenza e di vita. L’ambientazione si colloca nella seconda metà dell’Ottocento, epoca a un tempo rassicurante e ipocrita, dove il cuore della scena è la stanza di Francesca: rifugio e prigione, memoria e illusione. È qui che le ferite familiari si intrecciano con l’unico sogno di libertà: un amore che la avvicina alla verità, pur recando in sé il germe della tragedia. In questo gesto, Francesca si fa contemporanea e universale, voce di chi osa affermare sé stesso contro un mondo che vorrebbe soffocarlo».
Andrea Bernard (Bolzano, 1987), regista e architetto, ha firmato produzioni per importanti teatri italiani ed europei, tra cui Maggio Musicale Fiorentino, Teatro La Fenice, Opera di Francoforte, Landestheater di Salisburgo e Festival Donizetti di Bergamo. Nel 2024 ha ricevuto il Premio Abbiati per la regia di Don Carlo.
I protagonisti
A dare voce a Francesca sarà il soprano Barno Ismatullaeva, rivelazione al Regio con Madama Butterfly nel 2023, alla quale si alternerà Ekaterina Sannikova (14 e 23). Paolo avrà il timbro inconfondibile di Roberto Alagna, e per le recite del 19, 21 e 23 il ruolo sarà affidato a Marcelo Puente; la parte di Gianciotto vedrà protagonista George Gagnidze, con Simone Piazzola nelle recite del 14 e 23. Accanto a loro un cast di rilievo che riunisce artisti affermati e giovani talenti: Valentina Boi (Samaritana), Devid Cecconi (Ostasio), Matteo Mezzaro (Malatestino), Valentina Mastrangelo (Biancofiore), Albina Tonkikh (Garsenda), Martina Myskohlid (Altichiara), Sofia Koberidze (Donella), Silvia Beltrami (Smaragdi), Enzo Peroni (Ser Toldo), Janusz Nosek (Il giullare), Daniel Umbelino (Il balestriere) ed Eduardo Martínez (Il torrigiano). Tonkikh, Myskohlid, Umbelino e Martínez, insieme a Tyler Zimmerman sono i componenti del Regio Ensemble per questa Stagione. A firmare l’allestimento sono Alberto Beltrame per le scene, Elena Beccaro per i costumi, Marta Negrini per la coreografia e Marco Alba per le luci. Collaborano inoltre Paolo Vettori (assistente alla regia), Giulia Turconi (assistente alle scene) ed Emilia Zagnoli (assistente ai costumi).
Conferenza-concerto
Francesca da Rimini sarà presentata mercoledì 1 ottobre alle ore 18 al Piccolo Regio Puccini, nel primo appuntamento delle Conferenze-concerto, il format di presentazione delle opere al pubblico, che unisce la musica e il canto al racconto dei protagonisti. L’incontro è condotto dalla giornalista Susanna Franchi in conversazione con Andrea Battistoni e Andrea Bernard. Ingresso libero.
Biglietti e Informazioni
I biglietti sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio e on line su www.teatroregio.torino.it. Biglietteria: Piazza Castello 215 - Torino | Tel. 011.8815.241/242 | biglietteria@teatroregio.torino.it. Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 11-19; domenica: ore 10.30-15.30. Informazioni e aggiornamenti: www.teatroregio.torino.it
Ufficio stampa Teatro Regio
Sara Zago - Tel. +39 011 8815 239/730