I puritani | Vincenzo Bellini
Di per sé, la vicenda dei Puritani è piuttosto semplice: un triangolo amoroso, un contrasto per motivi politici, la minaccia di una tragedia, in questo caso sfiorata. Ma è la musica di Bellini a fare la differenza. Ogni azione umana, ogni conflitto, ogni male, è preso e trasformato in melodie lunghe, celestiali, dal profilo sinuoso, che sospendono il tempo e dal 1835 esercitano sugli ascoltatori un effetto ipnotico. Non importa che la storia si svolga in Inghilterra: l’orchestra del compositore, forse complici i natali catanesi, mantiene una luce mediterranea, quella stessa che affascinò Chopin e Wagner, e che gli stava aprendo le porte della celebrità in Europa, prima che la morte gliele chiudesse ad appena trentatré anni. Tra le sue opere, I puritani è forse la più raffinata nella strumentazione e la più varia nei caratteri: «il gaio, il tristo, il robusto dei pezzi, tutto è stato marcato dagli applausi», scrisse Bellini all’amico Francesco Florimo, all’indomani della prima al Théâtre-Italien di Parigi. La sua ultima opera è riproposta al Regio diretta da Francesco Lanzillotta, che a Torino si è già fatto apprezzare con Norma e La rondine, e cantata da fuoriclasse come John Osborn, Gilda Fiume e Simone Del Savio. Pierre-Emanuel Rousseau, dopo i recenti successi al Regio con Il barbiere di Siviglia e La rondine, firma per l’occasione un nuovo allestimento tra classicismo e neoromanticismo.
Conferenza-Concerto: mercoledì 22 Aprile ore 18 - Foyer Toro
Opera seria in tre atti
Personaggi e interpreti

Gilda Fiume

John Osborn

Nicola Ulivieri

Simone Del Savio

Andrea Pellegrini

Chiara Tirotta

Saverio Fiore
Calendario rappresentazioni
Luogo di svolgimento: Teatro Regio Calendario completo
Argomento
atto
Una fortezza nei pressi di Plymouth, XVII secolo. Fervono i preparativi per le nozze di Elvira, figlia del governatore puritano Gualtiero Valton, con il cavaliere Arturo Talbo, sostenitore degli Stuart. Riccardo Forth non sa darsi pace: Valton avrebbe acconsentito alle sue nozze con Elvira, ma poi non aveva voluto contrastare la figlia, innamorata di Arturo.
Stanze d’Elvira. Elvira si confida con lo zio Giorgio: non può sposare un uomo che non ama. Giorgio la rassicura: il suo sposo sarà Arturo.
Sala d’armi. Valton consegna ad Arturo un salvacondotto, che permetterà a lui e a Elvira di lasciare il castello per recarsi in chiesa a celebrare le nozze. Valton non potrà accompagnarli, perché dovrà scortare in Parlamento una dama sconosciuta, che intanto è stata condotta in loro presenza. In disparte, Giorgio riferisce ad Arturo che costei è accusata di essere una spia degli Stuart. Arturo rimane solo con la dama, che gli confida di essere Enrichetta, vedova di Carlo I Stuart e figlia di Enrico IV di Francia. Arturo capisce che il destino della donna è segnato, e decide di tentare di salvarla. Entra Elvira, ed Enrichetta l’aiuta a indossare il velo nuziale: poi lo indossa lei stessa per consentire a Elvira di ammirarlo. Elvira si allontana, e Arturo invita Enrichetta a tenere il velo: così celata, e grazie al salvacondotto, potrà fuggire dal castello con lui. Mentre stanno per uscire, sono fermati da Riccardo: nel trambusto, Enrichetta perde il velo. Riccardo, scoprendo che la dama velata non era Elvira, decide di agevolare la fuga del rivale con un’altra donna. Quando i due si sono allontanati, dà l’allarme. Elvira, credendosi tradita da Arturo, manifesta i primi segni della follia.
atto
Una sala del castello. Riccardo annuncia che il Parlamento ha condannato a morte il traditore Arturo. Compare quindi Elvira: palesemente fuori di senno, non riconosce lo zio e si rivolge a Riccardo come se fosse Arturo. Sfinita, si ritira poi nelle proprie stanze. Giorgio sa che Riccardo ha favorito la fuga di Arturo, e fa leva su ciò per persuaderlo a salvare il rivale, per il bene di Elvira. I due giungono a un accordo: Arturo sarà risparmiato, ma se, nell’imminente scontro, si presenterà tra le fila degli Stuart, entrambi lo affronteranno sul campo di battaglia.
atto
Un giardino presso la casa di Elvira. Arturo è riuscito a eludere le guardie e a raggiungere la casa della sua amata. Elvira canta da una loggia la canzone che Arturo un tempo le dedicava. Udendo Arturo unirsi al suo canto, lo raggiunge in giardino. Arturo può finalmente spiegare di averla apparentemente abbandonata solo per salvare Enrichetta. Ma Riccardo, Giorgio e i soldati sorprendono i due giovani. Riccardo comunica ad Arturo la sua condanna a morte: per l’emozione Elvira ritrova la lucidità e dichiara di voler morire con l’amato. Ma si fa avanti un araldo: Cromwell, vittorioso, ha proclamato un’amnistia per gli sconfitti. Nel generale tripudio, i due innamorati possono finalmente abbracciarsi.