Rosso
Dieci titoli, quattro nuove produzioni, tre balletti, giovani talenti e stelle internazionali: il Regio presenta una Stagione viva, profonda, necessaria
Dieci titoli, quattro nuovi allestimenti, tre appuntamenti di danza e due novità per Torino compongono la Stagione 2025/2026 del Teatro Regio. Storie di potere e di libertà che interrogano il nostro tempo, riaffermando il valore del teatro come spazio di emozione, confronto e crescita culturale. Inaugurazione il 10 ottobre con Francesca da Rimini di Zandonai, opera creata a Torino: sul podio il Direttore musicale Andrea Battistoni, in scena il nuovo allestimento di Andrea Bernard. Attesissimo ritorno di Riccardo Muti nel Macbeth di Verdi, presentato nel nuovo allestimento di Chiara Muti. Per la prima volta a Torino i Dialoghi delle carmelitane di Poulenc, uno dei più grandi capolavori del Novecento. Grande spazio alla danza con la presenza di Roberto Bolle in Caravaggio, il ritorno del Balletto del Teatro Nazionale di Praga e la novità costituita dalla prima presenza a Torino del Balletto dell’Opera Nazionale di Riga. Chiudono due nuove produzioni dei Puritani e di Tosca, per la firma di Pierre-Emmanuel Rousseau e di Stefano Poda. Rosso è il titolo della Stagione, è il colore delle emozioni più viscerali, è passione e rischio, desiderio e ferita, potere e slancio creativo. È il colore dell’amore che brucia, del tradimento che lascia il segno. Le opere e i balletti che compongono la Stagione 2025/2026 fanno vivere tutto questo, con la forza universale della musica. In un tempo segnato da conflitti e inquietudini, l’arte forse non può offrire risposte, ma può certamente stimolare consapevolezza. Il teatro è un’esperienza in cui divertendosi ci si interroga, si ride e ci si commuove.
Stefano Lo Russo: «Regio bussola culturale»
Il Sindaco della Città di Torino e Presidente della Fondazione Teatro Regio Stefano Lo Russo dichiara: «Il Teatro Regio è molto più di un luogo dedicato alla musica: è uno spazio in cui la città si specchia, si riconosce e si interroga. Con la nuova Stagione, il Regio conferma il suo ruolo di bussola culturale, capace di coniugare tradizione e innovazione, arte e impegno civile. Salutiamo con entusiasmo la nomina del Maestro Andrea Battistoni a Direttore musicale, il ritorno di artisti straordinari come Riccardo Muti e Roberto Bolle e un cartellone che sa parlare al presente. Il Regio è un patrimonio collettivo, un’eccellenza costruita ogni giorno con passione e visione, da sostenere e vivere insieme».
Mathieu Jouvin: «Una Stagione cruciale e appassionante»
Il Sovrintendente Mathieu Jouvin afferma: «La nuova Stagione del Teatro Regio si addentra in quella «regione cruciale dell’anima in cui il Male assoluto si oppone alla fratellanza», individuata dallo scrittore e intellettuale francese André Malraux, in cui ciascuno di noi è messo alla prova perché chiamato a discernere tra desiderio ed etica, tra potere e giustizia, infine tra male e bene. È uno spazio interiore e rivelatore che il teatro lirico, attraverso la forza delle emozioni e l’universalità della musica, ci aiuta ad abitare e comprendere meglio della ragione. È lì che si gioca la battaglia decisiva dell’animo umano: la capacità di scegliere la virtù invece del male, e con essa il senso stesso della nostra esistenza. In questo cammino profondo e accidentato, il filo conduttore della Stagione è Rosso, titolo che evoca ciò che pulsa sotto la superficie delle storie: è il sangue che scorre nelle vene, è energia primordiale che alimenta l’ardore o la violenza; è fuoco del desiderio e calore di chi lotta per un ideale, per amore, per la libertà; è simbolo di conflitto e tensione vitale. Nessuno esce illeso dal rosso: alcuni lo cercano, altri lo subiscono, ma tutti lo portano addosso. Quello che ci interessa raccontare non è il traguardo, ma il percorso: mutevole, irto di ostacoli, capace di rivelare la complessità dell’animo umano. È nel sottile confine tra desiderio e virtù che si avviluppano queste fortissime tensioni: è in questa «regione cruciale» che il teatro trova il suo senso più autentico.
Con l’arrivo del Maestro Andrea Battistoni come Direttore musicale, il ritorno di Riccardo Muti — a conferma del legame profondo che unisce il Maestro alla Città e al nostro Teatro —, il debutto torinese dei Dialogues des Carmélites e la riscoperta di Francesca da Rimini, il Regio riafferma la propria identità di teatro d’arte e di pensiero, di teatro che sa affrontare il grande repertorio e al contempo promuove con forza titoli da scoprire. La nuova Stagione nasce dall’intreccio di visione e professionalità: un cartellone ricco, solido, che vuole dialogare con il mondo contemporaneo nel segno della bellezza, della qualità artistica e del piacere estetico, elementi resi possibili grazie a una fase storica di rinnovata energia, che scaturisce dal lavoro corale di chi ogni giorno contribuisce a costruire e far vivere il Regio. Desidero a questo proposito ringraziare tutte le persone che animano il nostro Teatro con passione e dedizione, condividendo la gioia per l’attribuzione, per due anni consecutivi, del Premio Abbiati: premio per la migliore produzione nel 2023 con La Juive e premio speciale nel 2024 con Manon Manon Manon. Riconoscimenti che parlano di qualità, visione e partecipazione».
Cristiano Sandri: «Grandi artisti e voglia di scommettere»
Cristiano Sandri, Direttore artistico commenta: «Questa Stagione nasce dalla volontà di intrecciare epoche, linguaggi e sensibilità diverse, restituendo al teatro musicale il suo ruolo di specchio del presente e delle nostre inquietudini: una discesa nel cuore vivo dei conflitti che attraversano la storia e le coscienze, ma insieme un gesto di fiducia nella forza trasformativa della musica, nella poesia delle voci, nel potere visionario della scena. Ogni titolo è pensato per generare dialogo: fra tradizione e ricerca, fra le attese del pubblico e il desiderio di aprire nuovi orizzonti. Accanto al grande repertorio, proponiamo opere rare come Francesca da Rimini, che torna nel teatro che le diede la luce nel 1914, e Dialogues des Carmélites, un titolo molto importante nella storia della musica che non è invece mai stato eseguito a Torino. Ritroviamo artisti straordinari per la storia del nostro Teatro, come Riccardo Muti — in un Macbeth che porta la incisiva firma registica di Chiara Muti — e Robert Carsen, che torna a Torino dopo diversi anni con l’opera di Poulenc. Accanto a loro, due registi premiati con l’Abbiati nel 2024: Stefano Poda, che firma la nuova produzione di Tosca dopo il recente successo de La Juive, e Andrea Bernard, al suo debutto al Regio. Due generazioni a confronto, due visioni diverse ma ugualmente rivolte verso un racconto inedito, approfondito e spettacolare delle storie messe in scena.
È una Stagione pensata per un pubblico curioso e aperto, che crede nella pluralità delle voci e nella vitalità del repertorio come strumento di conoscenza e meraviglia. A questo pubblico ci rivolgiamo con un’offerta ampia e articolata, capace di parlare a sensibilità diverse e di proporre percorsi speciali anche grazie alla presenza del Regio Ensemble, parzialmente rinnovato quest’anno con giovani talenti provenienti da tutto il mondo. Accanto al cartellone principale, presentiamo infatti titoli pensati specificamente per famiglie e scuole, anche attraverso adattamenti drammaturgici di opere del repertorio.
Nel percorso della Stagione 2025/2026 è motivo di grande soddisfazione che il nostro Direttore musicale Andrea Battistoni firmi l’apertura e la chiusura, conferendo robustezza e unitarietà a tutto il percorso, oltre che confermando il legame con l’Orchestra e il Coro. La passione per il grande repertorio italiano unita alla volontà di riscoprire titoli meno frequentati, l’impegno nella divulgazione culturale, con particolare attenzione alle nuove generazioni, rendono quella di Battistoni una presenza preziosa che saprà accompagnare il Teatro e i suoi complessi artistici verso nuove sfide, rafforzandone l’identità e il respiro internazionale».
Andrea Battistoni: «Nuove strade espressive nel segno della tradizione»
Il Direttore musicale Andrea Battistoni chiosa: «Affrontare una nuova Stagione al Teatro Regio significa immergersi in un percorso ricco di stimoli, dove tradizione e ricerca si intrecciano senza soluzione di continuità. Sono particolarmente felice di entrare pienamente nel mio incarico con due titoli che rappresentano, ciascuno a suo modo, una sfida musicale e drammaturgica affascinante. Francesca da Rimini di Zandonai è un’opera che da tempo desideravo dirigere: affonda le radici in una stagione fertile e cosmopolita dell’opera italiana, dialogando con le avanguardie europee attraverso una scrittura orchestrale raffinata e visionaria. Dirigerla al Regio, dove ebbe la sua prima assoluta, ha per me un significato simbolico profondo. Tosca, invece, è un titolo che sento visceralmente: un’opera che, nella perfetta fusione tra musica, parola e ritmo teatrale anticipa quasi la logica del grande thriller cinematografico. Puccini, con la sua capacità di reinventare l’opera per il nuovo secolo, ci sorprende ogni volta con una tensione emotiva che rimane viva e inesorabile.
Questa Stagione segna per me l’ingresso nel cuore vivo della progettualità del Regio: un cammino che desidero percorrere con grande impegno, consolidando l’identità musicale del Teatro e aprendo nuove strade espressive, nel segno della grande tradizione e di uno sguardo sempre rivolto al futuro».
Venerdì 10 ottobre inaugurazione con Francesca da Rimini
L’inaugurazione della Stagione d’Opera e di Balletto 2025/2026 è il 10 ottobre 2025 con un nuovo allestimento di Francesca da Rimini di Riccardo Zandonai. Opera intensa, liricamente vibrante, vide la sua prima proprio al Regio nel 1914: proporla oggi significa dare voce a una pagina di grande qualità artistica e rara presenza nei cartelloni contemporanei. Una vicenda in cui il rosso è quello della passione che sfida la legge, del tradimento agito e subito, del sangue che suggella la colpa e rivela la verità: Francesca incarna il punto di frattura tra eros e dovere, tra desiderio e ordine, dove l’amore diventa atto sovversivo. Tratto dalla tragedia di Gabriele D’Annunzio, ispirata al celebre episodio dantesco del V Canto dell’Inferno, il dramma racconta l’amore proibito e travolgente tra Paolo e Francesca. Sul podio sale il Direttore musicale del Regio Andrea Battistoni, esperto interprete di rarità musicali, al suo debutto nel titolo. La regia di Andrea Bernard restituisce alla protagonista un’identità forte e consapevole: Francesca non è più solo vittima, ma figura lucida, capace di scegliere e agire, sospesa tra la bellezza e la brutalità dell’amore, della vita e della morte. Protagonisti tre interpreti di rilievo internazionale: Roberto Alagna, star internazionale che torna al Regio dopo vent’anni; Barno Ismatullaeva, rivelazione al Regio nel 2023 con Madama Butterfly, oggi presenza stabile nei principali teatri di tutto il mondo; e George Gagnidze, tra i baritoni drammatici più richiesti per l’intensa presenza vocale e scenica. L’opera, in scena fino al 23 ottobre, si avvale del sostegno di Intesa Sanpaolo, che è al fianco del Teatro Regio dal 2011 e rinnova il suo impegno anche per questa inaugurazione.
La Stagione prosegue con l’energia di Mozart
Il secondo titolo in cartellone porta in scena uno dei capolavori più vivaci, raffinati e sorprendenti di Wolfgang Amadeus Mozart: Il ratto dal serraglio (Die Entführung aus dem Serail), in scena dall’8 al 16 novembre in un allestimento creato nel 2024 per l’Opéra Royal de Versailles da Michel Fau, attore teatrale e cinematografico nonché regista di teatro e d’opera francese, che ambienta l’azione in un Oriente stilizzato e teatrale, esaltato da sgargianti scenografie e costumi vivacissimi. Mozart scioglie un intreccio fatto di disavventure, gelosie e bramosia all’insegna della bontà e del perdono. Sul podio del Regio debutta Gianluca Capuano, specialista del repertorio settecentesco, collaboratore abituale di Cecilia Bartoli, direttore musicale dell’Opéra di Monte-Carlo e Premio Abbiati 2022. Il cast riunisce voci giovani e già affermate: il tenore australiano Alasdair Kent già apprezzato al Regio ne Il matrimonio segreto in alternanza con il giovane tenore sudamericano Antony Leon, vincitore dell’ultima edizione di Operalia, al suo primo importante debutto italiano; il soprano russo Olga Pudova, applaudita in passato nel nostro teatro come Regina della notte nel Flauto magico; il soprano sivigliano Leonor Bonilla, secondo Opera World «una certezza della scena lirica spagnola», al suo debutto torinese. Italgas conferma il suo sostegno alla Stagione 2025/2026 in qualità di Presenting Partner dello spettacolo.
Spazio alla danza moderna e classica
La danza rafforza la sua presenza nella Stagione, confermandosi come un linguaggio capace di narrare, attraverso il corpo, storie avvincenti che ci toccano nel profondo. Tra questi racconti, il rosso caravaggesco — che emerge dalla tenebra per affermare la vita — si trasforma in gesto, in vibrazione muscolare, in movimento puro: Roberto Bolle torna al Teatro Regio dal 27 al 29 novembre per portare per la prima volta a Torino Caravaggio, la creazione coreografica di Mauro Bigonzetti, su musiche di Bruno Moretti ispirate a Claudio Monteverdi. Una produzione Artedanza.
Proseguiamo nel mese di dicembre con due balletti iconici, dove il rosso della Stagione si fa amore, conflitto, incanto e perdita. Dal 5 al 14 dicembre torna a Torino il Balletto del Teatro Nazionale di Praga con Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev, nella coreografia di John Cranko. In una partitura tra le più ricche del Novecento, la compagnia — composta da danzatori di diciotto nazionalità — dà corpo a un balletto che fonde dramma e poesia, energia e struggimento, attraversando l’abisso che separa l’amore dalla morte.
Dal 19 al 28 dicembre debutta al Teatro Regio il Balletto dell’Opera Nazionale di Riga con Il lago dei cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij, un classico assoluto del repertorio e simbolo universale della danza. La coreografia originale di Petipa e Ivanov è ripresa da Aivars Leimanis. La fiaba di Odette e del principe Siegfried prende vita in un allestimento che restituisce tutta la purezza e la malinconia della leggenda: il sortilegio, la promessa, l’inganno, il sacrificio. La musica di Čajkovskij — intensa come una confessione notturna — accompagna i destini dei personaggi come un manto di stelle, dove la grazia si fonde al dolore.
Il 2026 si apre con il belcanto di Rossini e il ritorno di Riccardo Muti
La Cenerentola di Gioachino Rossini, in scena dal 20 al 27 gennaio, schiude con il sorriso il 2026. Scritta nel 1817, l’opera trasforma la celebre storia di Charles Perrault in una parabola teatrale sul potere della bontà, dove travestimenti, braccialetti e patrigni prendono il posto dei simboli classici. Nel mondo fiabesco di Rossini non c’è vendetta senza perdono, non c’è oppressione che una risata intelligente non possa ribaltare. Manu Lalli firma la regia, già applaudita al Maggio Musicale Fiorentino, e dirige Antonino Fogliani, specialista del repertorio rossiniano, che debutta al Regio. Protagonista è Vasilisa Berzhanskaya, soprano dalle incredibili doti vocali alla sua prima apparizione torinese; accanto a lei Nico Darmanin, Roberto De Candia e Carlo Lepore: un cast di assoluto livello per una produzione che promette leggerezza e incanto.
Riccardo Muti torna al Regio con Macbeth di Giuseppe Verdi, in scena dal 24 febbraio al 7 marzo in un nuovo allestimento firmato da Chiara Muti, che scava nei tormenti dei protagonisti e nel rosso più oscuro: quello del sangue versato per sete di dominio, della colpa che non si lava, del desiderio che si tramuta in condanna. Quando Verdi mise in musica la tragedia shakespeariana nel 1847, trasformò ogni elemento teatrale in materia sonora, arricchendo la tragedia originale di una forza nuova, visionaria, capace di anticipare il suo linguaggio futuro. Macbeth è un titolo che Riccardo Muti ha reso suo in modo esemplare: cinquant’anni di studio e interpretazione ne fanno oggi il massimo riferimento mondiale per questa partitura straordinaria. Il suo ritorno al Regio — il quarto in cinque anni — è un appuntamento atteso e carico di aspettativa. Al suo fianco, Chiara Muti firma una regia profonda e intensa, nata anche dalla sua personale esperienza di interprete teatrale di Lady Macbeth. Nella sua lettura, gli occhi del protagonista diventano porte che dànno accesso all’interiorità, illuminando l’anatomia dell’assassinio. Nel ruolo del titolo troviamo Luca Micheletti, baritono e attore, figura di straordinaria intensità scenica. Con lui un cast verdiano d’eccellenza: Lidia Fridman, Giovanni Sala, Ildebrando D’Arcangelo. La produzione è resa possibile grazie al contributo di Reale Mutua.
Per la prima volta a Torino il capolavoro di Poulenc
L’oppressione politica, la violenza cieca del Terrore, la scelta estrema della fede. La forza silenziosa del martirio sfida la brutalità del potere nei Dialogues des Carmélites, capolavoro di Francis Poulenc al suo storico debutto torinese, dal 31 marzo al 12 aprile, nell’allestimento efficacissimo, toccante e altamente evocativo firmato da Robert Carsen per il Dutch National Opera & Ballet. L’opera, ispirata alla vera storia delle sedici monache ghigliottinate a Compiègne nel 1794, è uno dei vertici del teatro musicale del Novecento. Il libretto, tratto da una sceneggiatura di Georges Bernanos, è costruito come un conte philosophique, in cui ogni personaggio riflette sulla vita, sulla morte e sul senso del sacrificio. Poulenc ne fa un’opera intensa, profondamente commovente, in cui la musica scava nel silenzio, nei dubbi, nel coraggio.
L’ormai leggendaria regia di Robert Carsen disegna uno spazio essenziale e sacro, che restituisce al pubblico tutta la forza emotiva e morale della vicenda. Debutta al Teatro Regio il maestro franco-canadese Yves Abel, fondatore e direttore dell’Opéra Français di New York. Tra le interpreti spicca Ekaterina Bakanova, che torna a Torino — dopo il personale trionfo nella Manon di Jules Massenet — per il suo esordio nel ruolo di Blanche. Grande opera corale, Dialogues des Carmélites rappresenta la sfumatura più interiore e struggente della Stagione: un rosso che non esplode, ma arde in silenzio. Quello del coraggio che non si impone, ma resiste. Del sangue versato non per odio, ma per scelta.
Due nuove produzioni per chiudere la Stagione
Guerra civile, ideologie opposte, cuori lacerati: I puritani, opera ultima di Vincenzo Bellini — in scena dal 6 al 17 maggio — è una storia di amore e fedeltà, dove il legame sentimentale tra Elvira e Arturo si fa fragile fiore in un campo insanguinato. Pierre-Emmanuel Rousseau, artefice del successo della Rondine nel 2023, torna con un nuovo allestimento molto elegante, tra neoclassicismo e romanticismo. Il rosso che attraversa questa produzione è quello della mente sconvolta, della passione che sopravvive alle armi, della fedeltà che resiste alla guerra. Sul podio, un raffinato interprete del belcanto come Francesco Lanzillotta, già applaudito al Regio per Norma e La rondine. Nel ruolo di Arturo, la star internazionale John Osborn, voce di riferimento per questo repertorio. Accanto a lui Gilda Fiume e Simone Del Savio, per un cast di altissimo livello.
In Tosca tutto è rosso: il sangue, la gelosia, il desiderio, la violenza del potere. Nell’atmosfera tesa e claustrofobica della Roma papalina, si consuma una delle tragedie più celebri del repertorio lirico. È lei a chiudere la Stagione, dal 12 al 21 giugno, in un nuovo spettacolare allestimento di Stefano Poda, che torna al Regio con la sua inconfondibile estetica visionaria, con la sua forza simbolica sempre capace di meravigliare. La direzione musicale di Andrea Battistoni garantisce un finale di stagione ad altissima tensione emotiva. Debuttata a Roma nel 1900, Tosca è tra le opere più popolari di Giacomo Puccini: tre atti rapidi e serrati, ciascuno segnato da un’aria memorabile — «Recondita armonia», «Vissi d’arte», «E lucevan le stelle» — intrecciano melodramma e azione in un perfetto meccanismo teatrale. Il dramma originale di Victorien Sardou, ambientato nel 1800, diventa per Puccini un thriller storico, scandito da colpi di scena, interrogatori, fughe e sacrifici. In scena, la crudeltà inquisitoria del barone Scarpia, interpretato da Roberto Frontali, si oppone alla figura idealista e passionale di Mario Cavaradossi, affidato alla voce di Martin Muehle. Al centro, Chiara Isotton dà corpo a una Floria Tosca sempre più consapevole, che da donna innamorata diventa eroina tragica, travolta e trasformata dagli eventi.
Dieci produzioni, settantacinque recite che vedono impegnati l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio, quest’ultimo istruito con rigore e riconosciuta professionalità da Ulisse Trabacchin. A loro si aggiunge il Coro di voci bianche del Regio affidato alle mani esperte di Claudio Fenoglio.
Conferenze-concerto
Anche per la Stagione 2025/2026 tornano le Conferenze-concerto, pensate per accompagnare il pubblico alla scoperta delle opere in programma. A condurle sono la giornalista Susanna Franchi e la musicologa Liana Püschel; per Macbeth interviene il professor Paolo Gallarati, mentre la giornalista Elisa Guzzo Vaccarino cura gli incontri dedicati ai balletti. Durante gli appuntamenti si dialoga con i protagonisti degli spettacoli e si ascoltano dal vivo alcuni dei momenti musicali più celebri. L’ingresso è libero.
Anteprime Giovani e nuove opportunità per un Regio sempre più di tutti
Il Teatro Regio rinnova il suo impegno per rendere l’opera accessibile a tutti. Tre soli settori di prezzo per facilitare la scelta, “prime” aperte a tutti con prezzi allineati a quelli delle altre recite, sconti con le Regio Card. Da quest’anno, crescono le opportunità per i più giovani: la Regio Card Giovani è ora dedicata a chi ha tra i 16 e i 30 anni, con biglietti al 50% e offerte last minute a 10 euro. Nasce inoltre la nuova Regio Card Under16 che dà diritto all’acquisto di un biglietto a € 10 e allo sconto del 10% per l’eventuale accompagnatore.
Proseguono anche gli appuntamenti con le Anteprime Giovani, riservate al pubblico under 30, con biglietti al costo invariato di 10 €: un’opportunità imperdibile per vivere la magia dell’opera a teatro.
La Scuola all’Opera e In famiglia
L’opera è davvero patrimonio di tutti e si inizia ad amarla sin da piccoli. Il Regio propone un cartellone di spettacoli dedicati appositamente alle migliaia di studenti, docenti e famiglie, a condizioni di biglietteria molto favorevoli. Il cartellone della Scuola all’Opera, realizzato con il contributo di Esselunga e degli Amici del Regio, propone sei spettacoli, tra rielaborazioni del grande repertorio e nuove opere per ragazzi, da novembre a maggio. In famiglia presenta cinque titoli per accostarsi gradualmente al repertorio operistico. Segnaliamo in particoalre due nuove produzioni — Hänsel e Gretel di Humperdinck e La Cenerentola di Rossini — e il ritorno di due grandi successi — Pierino e il lupo di Prokof’ev e Il piccolo principe di Valtinoni — che continuano a incantare bambini, adulti e giovani melomani.
Mathieu Jouvin conclude: «Come Sovrintendente, desidero cogliere questa occasione per esprimere il mio più profondo apprezzamento a tutte le lavoratrici e i lavoratori del Teatro Regio: è grazie al loro instancabile impegno e alle loro capacità che siamo in grado di offrire una Stagione come questa. Ringrazio il Presidente, il Vicepresidente e i Consiglieri di Indirizzo per il loro costante supporto nel costruire il Regio di oggi e di domani. Un sentito ringraziamento al Ministero della Cultura, alla Città di Torino e alla Regione Piemonte per il fondamentale e costante apporto; a tutti i Soci della Fondazione per l’indispensabile sostegno, agli Amici del Regio per l’incessante e affettuoso supporto e alle tante Aziende che con il loro contributo manifestano la loro adesione al Teatro Regio. È grazie all’aiuto di tutte queste realtà se il Teatro Regio può essere davvero di tutti, in ragione delle tante opportunità per accedere ai nostri spettacoli che offriamo alle più diverse fasce di pubblico: è sulle persone che scelgono l’opera e la musica di qualità, nostre complici insostituibili, che convergono tutte queste energie».
Calendario di vendita abbonamenti e biglietti
Abbonamenti a 4, 5 o 9 spettacoli, con garanzia di posto fisso e risparmio dal 15% al 30% rispetto alla somma dei biglietti:
da martedì 6 maggio a sabato 28 giugno 2025 gli attuali abbonati hanno la possibilità di rinnovare i propri abbonamenti esclusivamente alla Biglietteria del Teatro.
da lunedì 26 maggio è possibile acquistare i nuovi abbonamenti sia in Biglietteria sia on line sul sito del Regio.
Carnet a 3 o 4 spettacoli, con risparmio dal 10% al 20% rispetto alla somma dei biglietti:
da sabato 21 giugno 2025.
Biglietti in vendita a partire da sabato 21 giugno 2025.
Per agevolare le modalità di acquisto, è possibile il pagamento rateizzato degli abbonamenti e dei carnet.
Biglietteria del Teatro Regio
Piazza Castello 215 - Torino | Tel. 011.8815.241 - 011.8815.242 | biglietteria@teatroregio.torino.it
Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 11-19; domenica: ore 10.30-15.30; un’ora prima degli spettacoli.
Ufficio stampa Teatro Regio
Sara Zago - Tel. +39 011 8815 239/730