Sebastian F. Schwarz, nominato a luglio sovrintendente e direttore artistico del Teatro Regio, resta a Torino: «la notizia pubblicata da alcuni giornali francesi secondo la quale sarei atteso a Lione mi lusinga ma non corrisponde al vero. Ho scelto il Regio, un teatro con una storia importante, fulcro culturale di una città bellissima che mi ha accolto a braccia aperte. Un teatro fatto di persone piene di entusiasmo, di passione per il proprio lavoro con le quali voglio condividere la sfida di migliorare sempre più la qualità artistica. All’estero il Regio è considerato uno dei teatri di riferimento del panorama internazionale. Certo vorrei che la stessa considerazione la ottenesse anche in Italia.
Probabilmente in Francia avrei vita più semplice, i finanziamenti pubblici sono superiori e soprattutto vengono fatti stanziamenti pluriennali. In Italia il Mibact ha definito solo ai primi di ottobre la suddivisione del Fondo Unico per lo spettacolo per il 2019. Ogni anno, mi dicono, è una sorta di lotteria, chi sale e chi scende, un gioco crudele tra chi riesce a interpretare meglio gli algoritmi attraverso i quali vengono distribuiti i fondi. Avere un’assegnazione basata su un triennio non deve essere un lusso destinato solo alle due Fondazioni speciali: la Scala e Santa Cecilia, anzi, dovrebbe essere una regola valida per tutti. Altrimenti è una corsa nella quale alcuni partono svantaggiati, è come se avessimo un sacco pieno di pietre sulle spalle e ci venisse chiesto di fare una corsa a ostacoli.
Io adoro e ammiro l’Italia ma vorrei che ci fosse più lungimiranza, vorrei che la politica fosse un interlocutore che appoggia la cultura, non un’entità che premia o punisce. A questo proposito rivolgo un appello al Ministro Dario Franceschini affinché approvi e si faccia promotore di quello stanziamento di 8.500.000 euro promesso nel marzo di quest’anno dal ministro Alberto Bonisoli per rimettere in funzione il nostro palcoscenico. Questo investimento ci permetterebbe di tornare a essere un teatro tecnologicamente avanzato e non solo un bellissimo reperto degli anni ’70.
Da quando sono a Torino sono molte le persone che mi fermano per strada per raccontarmi del loro amore per il Regio, molti sono abbonati da anni, altri semplicemente pensano che il Regio sia un orgoglio cittadino, un sentimento che io considero in modo molto positivo. Noi faremo il possibile per rendervi sempre più orgogliosi del vostro teatro ma serve che tutti pensino che intervenire in favore del Regio sia un investimento: dagli imprenditori ai manager, dalle Amministrazioni pubbliche ai semplici cittadini. Avere un grande teatro d’opera in città non è un privilegio, è un’opportunità.
Io, su questa opportunità, ci scommetto. Spero siano in molti a seguirmi».
Torino, 7 ottobre 2019
Ufficio stampa Teatro Regio
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